Pubblicato a Giugno 06-20-19

AISO per Madagascar

Informazioni su Vincenzo Crupi:
Vincenzo Crupi, 26 anni, studente di odontoiatria presso l'Università di Cagliari, Editor AISO 2015-2018, Team Leader di “AISO for Madagascar”.

Informazioni su AISO:
L'AISO, ovvero ”Associazione Italiana degli Studenti di Odontoiatria”, è l’unica associazione odontoiatrica studentesca no profit ufficialmente riconosciuta in Italia, che rappresenta tutti gli studenti di odontoiatria delle università italiane. Si propone principalmente di tutelare i diritti e gli interessi degli studenti, offrire formazione culturale e promuovere gli scambi internazionali. Da anni è attiva in progetti umanitari e, grazie ai suoi membri, è impegnata in attività di volontariato in tutto il mondo. L'associazione, composta e guidata interamente da studenti, è attiva grazie alle donazioni e al sostegno di vari partner che hanno contribuito a fare di AISO, dal 1983, un punto di riferimento per la vita accademica dei futuri dentisti italiani.

 

1. Vincenzo, siamo orgogliosi di averti come testimonial in questo progetto così importante. Per spiegare meglio il rapporto che ci lega, potresti descrivere la nostra collaborazione con AISO e la tua esperienza personale con Hu-Friedy?

È un piacere per me parlare della collaborazione che unisce AISO e Hu-Friedy perché personalmente ritengo che questa sia una delle partnership più importanti della nostra associazione. Sono ormai molti anni che Hu-Friedy lavora a fianco dei nostri studenti, offrendo loro l'opportunità di prendere parte a diversi eventi, durante tutto l'anno, in tutta Italia. Questi eventi mirano a far avvicinare gli studenti al mondo clinico dell'odontoiatria. Oltre a questo aspetto educativo, Hu-Friedy è il nostro principale partner per gli strumenti odontoiatrici, consentendo agli studenti di avere accesso ai prodotti più famosi del mondo a un prezzo molto conveniente e preparando la futura generazione di dentisti a lavorare con attrezzatura della più alta qualità.

Oltre a ciò, Hu-Friedy è sempre stata una grande sostenitrice di AISO, assicurandoci pieno supporto in tutti i nostri progetti, come per esempio nell'ultimo, che ci ha portato dall'altra parte del mondo, permettendoci di portare cure dentistiche alle persone del Madagascar.

2. Potresti dirci come è stata concepita e sviluppata l'idea di andare in Madagascar?

In effetti è una storia molto interessante quella che ci ha portato in Madagascar: AISO ha sempre collaborato con organizzazioni di tutto il mondo per sviluppare progetti umanitari. Questa volta ci siamo messi direttamente in contatto con un'organizzazione italiana no profit, chiamata "Amici di Ampasilava", che cercava giovani dentisti disposti a fare un'esperienza di lavoro all'estero, in ambienti e modalità completamente diverse da quelle in cui erano soliti operare.

Personalmente, l'idea mi ha ispirato molto e alla fine ho deciso di andare

Dopo un breve periodo di tempo necessario per comprendere meglio quello che avremmo dovuto affrontare, abbiamo deciso di accettare questa meravigliosa opportunità e abbiamo messo insieme un team per la spedizione.

Questa in realtà era la prima volta che la nostra associazione realizzava un progetto ambizioso così lontano dal nostro paese. Ad essere sincero, non è stato facile, perché ci sono tante cose che dai per scontato nella tua vita quotidiana ma che non sono così ovvie in un paese africano.

Devo dire che questo progetto non sarebbe stato possibile senza l'aiuto della mia amica e collega Claudia, che ha viaggiato con me in Madagascar. Insieme abbiamo organizzato questo viaggio, guidando un gruppo di 4 persone, noi compresi, per fornire cure e trattamenti al villaggio di Andavadoaka. Una volta formato il team e organizzato il tutto, dovevamo solo trovare un modo per finanziare il nostro progetto; ed è qui che Hu-Friedy è venuta in nostro aiuto!

Grazie alla generosità di diversi sponsor e di molte piccole donazioni, siamo riusciti a coprire parte del costo del viaggio e a raccogliere una grande quantità di strumenti e forniture odontoiatriche che abbiamo poi utilizzato durante la nostra azione umanitaria.

3. Vogliamo sapere veramente tutti i dettagli della tua esperienza. Come ti sei trovato?

Prima di raccontarti l'esperienza sul posto, vorrei condividere per un attimo alcuni aneddoti accaduti durante il viaggio verso la nostra destinazione. Una volta che si atterra sull'isola di Madagascar, si hanno solo due modi per raggiungere la città più vicina all'ospedale, che è Tulear. Il primo è in aereo, con voli regionali, e il secondo è via terra, guidando lungo le strade statali (Routes Nationales) del Madagascar. Abbiamo quindi deciso di raggiungere Tulear, una piccola città nel sud-ovest dell'isola, in auto, per poi tornare ad Antananarivo in aereo. Il viaggio in macchina è durato 4 giorni, guidando solo di giorno lungo l'unica strada che porta a sud, e avendo così la meravigliosa opportunità di vedere come il paesaggio e la natura cambiano in relazione al clima e alle differenze di altitudine. E' stata un'esperienza stancante ma fantastica. Anche il volo di ritorno è stata un'esperienza memorabile, perché non avrei mai potuto immaginare cose del genere fin quando non le ho viste con i miei occhi! Una volta raggiunto l'aeroporto, abbiamo fatto il check-in al banco, dove abbiamo consegnato i bagagli a un agente che li ha portati direttamente sull'aereo. Il monitor dei voli era in realtà una tavoletta di legno con le informazioni di orari e destinazioni scritte a mano. Dopodiché ci siamo diretti verso la sicurezza dove ti aspetti ci siano i raggi X e i metal detector, come da noi. Niente di tutto ciò! Quando è stato il nostro turno, siamo passati davanti a un agente di polizia che ha ispezionato le borse aprendole e cercando dentro eventuali oggetti pericolosi; controllo di sicurezza in stile vecchia scuola! (C'è da sperare che nessuno salga a bordo con cattive intenzioni).

Come ho detto prima, l'ospedale in cui abbiamo lavorato si trova ad Andavadoaka, un piccolo villaggio situato 170 km a nord di Tulear. L'unico modo per raggiungerlo è in auto e l'unica strada che arriva fin lì è un sentiero di sabbia e terra che corre lungo il Canale del Mozambico, dove si ammira uno dei mari più blu che si possano mai vedere e attraversare terre incontaminate con enormi baobab centenari. Anche se ci vogliono circa 8 ore di guida, ne vale sicuramente la pena.

Una volta raggiunto il villaggio, le sensazioni e le emozioni che provi sono davvero uniche. La popolazione è di circa 1000 persone e appena arrivi lì riesci sentire l'affetto e la gentilezza della gente del posto. Tutti sono sempre sorridenti e ospitali. È probabile che, andando in giro, passerai tutto il tuo tempo a dire e rispondere "salama" (ciao) a tutti quelli che incontri.

L'atmosfera nell'ospedale può essere un po' caotica, ma il lavoro è veramente appagante. Il grande cortile antistante diventa ogni mattina un luogo di ritrovo per tutta la gente di Andavadoaka e dei villaggi vicini, quindi dalle prime ore del mattino fino al pomeriggio si sente la gente parlare e camminare.

Qualcuno viene per un controllo, altri hanno bisogno di farmaci per il dolore, alcuni hanno un appuntamento specialistico, come nel caso dei pazienti di nostra competenza, infine altri vengono semplicemente lì per trascorrere il tempo in quello che ogni giorno diventa il fulcro della vita sociale del villaggio.

I pazienti che visitano l'ospedale possono usufruire di cure mediche d'urgenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7. A seconda del periodo dell'anno, possono trovare specialisti come chirurghi, dentisti, oftalmologi, fisioterapisti e ginecologi. L'ospedale è quindi organizzato con diverse sale per le visite, tra cui uno studio dentistico con una poltrona e un piccolo laboratorio odontoiatrico, una sala operatoria, un ambulatorio di radiologia ed ecografia e due stanze di degenza che possono ospitare fino a dieci pazienti.

L'ospedale dipende dall'attività e dalla presenza dei volontari sotto la supervisione e l'organizzazione dell'associazione no profit "Amici di Ampasilava", che ha sempre alcuni residenti nella struttura che fungono da collegamento tra i volontari italiani e le popolazioni malgasce.

Le nostre due settimane trascorse nell'Hopitaly Vezo sono passate molto velocemente, e non appena abbiamo iniziato ad abituarci alla vita locale era ora di partire.

Potete credermi quando dico che una volta finita la nostra missione e tornati in Italia, abbiamo iniziato a soffrire del cosiddetto "mal d'Africa", un sentimento di nostalgia che provano le persone che hanno trascorso del tempo in questo paese vivendo esperienze molto intense!

4. Siete un gruppo incredibile di supereroi! Quanti pazienti avete curato durante il vostro soggiorno? Quali difficoltà avete incontrato?

Grazie! A volte ci sentivamo veramente come supereroi. Ci è capitato di dover affrontare situazioni che difficilmente si verificano nella nostra solita attività quotidiana. La difficoltà maggiore è stata la lingua. E' veramente difficile riuscire a comunicare senza l'aiuto di un interprete. L'ospedale ne ha qualcuno che parla l'italiano e la lingua locale rendendo così possibile un'interazione tra medici e pazienti. Molte volte è difficile farsi capire, anche con i gesti. Alcuni dei segni più comuni del linguaggio gestuale non hanno senso per loro. Perciò potete immaginare la difficoltà di capire un paziente che a stento riesce a esprimere i sintomi e le sensazioni che prova, non avendo radiografie né cartelle cliniche, ma affidandosi solo sulla capacità dell'interprete di capire quello che il paziente tenta di dire traducendolo in una lingua che conosce in modo elementare. Per fortuna, alla fine siamo riusciti a trattare con successo tutti i casi che abbiamo incontrato.

Nelle due settimane che abbiamo trascorso presso l'Hopitaly Vezo abbiamo visitato circa 500 pazienti e trattandone la quasi totalità. Alcuni casi richiedevano del tempo in più o piani di trattamento lunghi che sono stati registrati per gli specialisti odontoiatrici che sarebbero arrivati successivamente all'ospedale. La media giornaliera di pazienti era di 50 circa e le cure odontoiatriche offerte rientravano nelle branche di igiene, chirurgia, endodonzia, conservativa e protesica.

Il nostro lavoro era essenziale per la popolazione, poiché l'ospedale di Andavadoaka è l'unica struttura sanitaria del Madagascar a fornire cure odontoiatriche gratuite, mentre nel resto dell'isola, la maggior parte delle persone non riesce a permettersi neanche una visita dal dentista. È successo infatti di curare persone provenienti da villaggi lontani. Alcune di queste ci hanno raccontato che per arrivare fino all'ospedale hanno impiegato giorni su carri trainati da zebù.

Posso affermare con orgoglio che questa avventura si è rivelata una delle esperienze che mi hanno più gratificato e cambiato finora. Le motivazioni iniziali che mi hanno spinto a prestare un servizio di volontariato in Africa derivavano da un profondo desiderio di aiutare le persone, dalla volontà di rendere migliori le vite degli altri. Alla fine però non ho migliorato solo la vita degli altri, ma anche la mia.

 

Ti ammiriamo sinceramente per il tuo impegno e il tuo coraggio! E' stato un piacere per noi sostenerti in un'esperienza così altruistica e caritatevole. Complimenti. Auguriamo a te e a tutti i giovani professionisti che condividono i tuoi stessi principi e obiettivi tutto il meglio per la vostra professione. Grazie per averci dedicato un po' del tuo tempo rispondendo alle domande su questa importante iniziativa e speriamo di avere presto notizie delle tue avventure future.

Grazie a voi per le vostre belle parole e soprattutto per aver sostenuto il nostro progetto e averci dato l'opportunità di portare un sorriso sano e sereno a tutti coloro che ne avevano bisogno. Sono sicuro che AISO e Hu-Friedy continueranno insieme a realizzare questi sogni.


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